di SDA
CIVITA CASTELLANA - Con l’arrivo dell’estate e l’innalzarsi delle temperature, la climatizzazione negli ambienti di lavoro torna al centro dell’attenzione, soprattutto quando si tratta di tutela della salute dei lavoratori. In contesti come uffici amministrativi e strutture sanitarie, garantire una temperatura adeguata non è solo una questione di comfort, ma un preciso obbligo normativo.
La domanda è ricorrente: i lavoratori hanno diritto all’aria condizionata in ufficio? La risposta è sì, a determinate condizioni, come stabilito dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.Lgs. 81/2008). In particolare, l’Allegato IV stabilisce che:
la temperatura negli ambienti lavorativi deve essere adeguata all’organismo umano, tenendo conto delle attività svolte e del dispendio fisico;
nei luoghi chiusi, il datore di lavoro deve assicurare aria salubre in quantità sufficiente, anche mediante impianti di climatizzazione, se non è possibile un corretto ricambio d’aria naturale;
il sistema di condizionamento deve essere mantenuto in efficienza, evitando correnti d’aria dirette e sottoponendolo a regolare manutenzione.
Non si tratta quindi di una scelta discrezionale, ma di una valutazione tecnica e organizzativa che ogni datore di lavoro è tenuto a fare per prevenire condizioni di stress termico.
Secondo il D.P.R. 74/2013, negli ambienti climatizzati la temperatura non deve scendere sotto i 26°C, con una tolleranza di ±2°C. Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano inoltre che non vi sia uno sbalzo termico superiore a 7 gradi tra l’interno e l’esterno, al fine di evitare conseguenze sulla salute dei lavoratori.
Alla luce di queste disposizioni, la CISAS – Confederazione Indipendente Sindacati Autonomi – chiede con urgenza alla Direzione Aziendale l’attivazione di sistemi di climatizzazione adeguati presso il Presidio di Civita Castellana, in particolare:
nei locali adibiti a spogliatoi del personale sanitario e amministrativo;
negli uffici amministrativi, dove si lavora spesso in ambienti chiusi e privi di adeguato ricambio d’aria.
Una richiesta che si fonda su criteri oggettivi di salvaguardia della salute e della sicurezza dei dipendenti, e che si colloca all’interno delle previsioni della Legge 241/1990, articolo 2, comma 2, in materia di procedimenti amministrativi e risposte entro termini certi.
La CISAS segnala inoltre che, dal sito aziendale, risulterebbero strutture organizzative come una Direzione Sanitaria e una Posizione Organizzativa che, nei fatti, sembrano esistere solo sulla carta presso il Presidio. Un aspetto che merita chiarezza e attenzione, in un momento in cui il ruolo della sanità territoriale è cruciale.
'Ci auguriamo un pronto riscontro e un intervento tempestivo, per garantire ai lavoratori condizioni di lavoro dignitose e conformi alla normativa', conclude il Segretario Generale CISAS.